ANCHE L’ECCESSO DI SALE AUMENTA IL RISCHIO DI DIABETE DI TIPO 2
13 Mag 2019
Non solo zucchero: anche l’eccesso di sale aumenta il rischio di diabete
Secondo gli ultimi dati Istat, il diabete coinvolge in Italia oltre 3 milioni e 200 mila persone.
I casi dichiarati di questa patologia metabolica sono raddoppiati negli ultimi 30 anni e riguarda o sempre più spesso anche i bambini.
Lo stile alimentare: prima arma contro il diabete
Alimentazione e stile di vita sono armi fondamentali per combattere la battaglia della prevenzione del diabete di tipo 2, una malattia che è spesso collegata a sovrappeso e obesità.
Data per assodata la responsabilità del consumo eccessivo di zuccheri nella malattia, si sta scoprendo che anche troppo sale nell’alimentazione tende a incrementare le probabilità di sviluppare il diabete.
Se finora è stato soprattutto l’eccesso di zuccheri nella dieta a essere chiamato in causa come fattore predisponente questo disordine metabolico, a causa delle ripercussioni che l’assunzione di dolci e carboidrati raffinati provoca sulla glicemia, recenti studi attestano che persino l’abuso di sale (cloruro di sodio) può aumentare il rischio di diabete.
Il rapporto tra consumo eccessivo di sale e diabete
Un lavoro presentato al congresso annuale della Società Europea per lo Studio del Diabete e condotto su un campione di quasi 3.000 persone ha documentato che assumere più di 7,9 grammi di sale al giorno aumenta del 58% il rischio di ammalarsi.
Lo studio è in linea con altre ricerche precedenti e, malgrado non possa che stabilire un’associazione tra apporto di sale e rischio di diabete e non un legame causa-effetto, contiene un’informazione importante: mette in luce il ruolo che il sale in sovrappiù può giocare nell’eziologia della malattia e non solo nell’aggravamento delle sue complicanze di tipo cardiaco e vascolare (l’abuso di sale notoriamente aumenta la pressione sanguigna e in generale la vulnerabilità a patologie cardiovascolari, che nei diabetici è già superiore rispetto al resto della popolazione).
Indipendentemente dal focus di questa ricerca, l’invito che mi sembra saggio cogliere è quello a recepire con ancora più determinazione il richiamo a non introdurre più di 5 grammi di cloruro di sodio al giorno. Una soglia che, stando alle stime dell’Istituto Superiore di Sanità, risulta ampiamente superata dal 90% degli italiani.
Cercare di sostituire almeno in parte il cloruro di sodio con spezie e aromi quando si tratta di condire l’insalata o insaporire carne, pesce, zuppe, è sicuramente il primo suggerimento da seguire.
I veri vantaggi però si ottengono nel limitare il consumo di alimenti dove il sale è presente in concentrazioni significative e in forma nascosta, come pane e prodotti da forno vari (compresi i dolci), fritti e prodotti in busta come patatine, salumi, formaggi, snack industriali, cibi in scatola, dadi da brodo, minestre liofilizzate, certi cereali per la colazione, salse e cibi pronti.
La lettura dell’etichetta, che tra l’altro riporta gli ingredienti in ordine decrescente rispetto alla quantità presente, offre anche in questo contesto un supporto fondamentale.
Per difendersi dal diabete e dalle sue complicanze è opportuno lavorare su due fronti: da un lato moderare il sale aggiunto e dall’altro dosare i cibi che lo contengono in quantità considerevoli.
Se la riduzione del sale sarà graduale e compensata da un ventaglio di sapori alternativi o complementari, come cannella (spezia peraltro particolarmente benefica per modulare la glicemia e proteggersi dal diabete), peperoncino, timo, aglio, zenzero, noce moscata, curcuma e altri aromi, il palato allenterà lentamente la dipendenza dalla percezione del gusto “sapido”, con benefici di portata ampia sulla salute, innanzitutto quella metabolica e cardiovascolare.
Il contenimento della quantità di sale nella dieta è una delle misure più semplici e al tempo stesso più importanti che ognuno di noi può mettere in atto a tutela del proprio benessere.
Prodotto selezionato in aiuto:
Immuno Glice – Regola la glicemia e agisce in modo naturale sul diabete