RADIAZIONI E RISCHIO NUCLEARE: CERCHIAMO DI CAPIRE QUALCOSA IN PIÙ
07 Mar 2022RADIAZIONI E RISCHIO NUCLEARE:
CERCHIAMO DI CAPIRE QUALCOSA IN PIÙ
Anche il solo pensiero di una contaminazione nucleare, che questa volta sarebbe volontaria ed evitabile, mette brividi di profonda angoscia e ci auguriamo che queste righe non debbano servire a nessuno.
L’imprevedibilità delle azioni umane ci obbliga però a richiamare alla memoria alcune indicazioni che possono aiutare a ridurre gli effetti negativi di una esplosione nucleare o della perdita di controllo di una centrale nucleare coinvolta nelle aree di guerra.
L’esplosione anche solo di una bomba atomica “tattica” (simili a quelle di Hiroshima e Nagasaki) porterebbe a conseguenze devastanti per chi la vivesse da vicino e a conseguenze a lungo termine per tutti gli abitanti della Terra dovute alla ricaduta al suolo (fall-out) dei residui della fissione nucleare.
Il bombardamento di impianti nucleari attivi potrebbe determinare gli stessi effetti.
Perché, di fronte al rischio di un attacco nucleare, parte della popolazione sta facendo incetta di integratori di iodio?
La premessa scientifica è la seguente.
Lo iodio è l’elemento che la tiroide utilizza per sintetizzare gli ormoni tiroidei che regolano la crescita dell’organismo e il funzionamento del metabolismo.
La ghiandola, situata alla base del collo, è l’organo in cui viene stoccato l’elemento, in tutte le sue forme: da quelle di origine alimentare a quella radioattiva (iodio-131), che può sprigionarsi in seguito a un incidente nucleare. L’uomo non è in grado di sintetizzare lo iodio. Ragion per cui averne un adeguato apporto – pari a circa 150 microgrammi al giorno, che nelle donne in gravidanza e in allattamento deve raggiungere rispettivamente 220 e 290 microgrammi – attraverso la dieta è fondamentale per evitare un accumulo dell’elemento radioattivo nella tiroide.
“Fare la corsa per acquistare integratori a base di iodio non serve.
Anzi: può essere dannoso”
Gianluca Aimaretti, ordinario all’università del Piemonte Orientale e presidente eletto della Società Italiana di Endocrinologia
L’ipotesi quindi non trova però conferme. Intanto perché, grazie all’uso del sale iodato, lo stato nutrizionale degli italiani è migliorato. E poi perché con una dieta varia ed equilibrata – con un adeguato apporto di alimenti quali l’aglio, i fagioli, le bietole, le zucchine, le uova, il latte, i formaggi, i cereali e la carne – non è necessario ricorrere alla supplementazione.
Da non trascurare infine i possibili effetti collaterali legati a una eccessiva assunzione immotivata di iodio: diarrea, eruzioni cutanee, dolori addominali, reazioni allergiche e alterazione della funzionalità della ghiandola (iper e ipotiroidismo).
Antiossidanti di supporto
Ci sono anche alcuni antiossidanti di base che meritano di essere attivati fin da oggi. Non servono solo per difendersi dalle radiazioni.
Hanno una valenza di protezione elevata nei confronti di tutti i danni da metalli pesanti/inquinamento/radicali liberi.
ZEOLITE: Chelante e detossificante
ZINCO E FORCE ONE
Tra gli integratori deve essere incrementato l’uso dello Zinco, minerale “riparatore” e stimolatore del sistema immunitario. Affiancandolo all’impiego di altri antiossidanti come e all’uso abbondante di Vitamina C.
VITAMINA C: antiossidante e difese organiche
Dal punto di vista alimentare
Sempre che non siano contaminate esse stesse, le varie crocifere (come il cavolo e la verza) stimolano l’aumento del livello di Glutatione, che rappresenta uno dei più validi “spazzini” dei radicali liberi.