Incontri naturopatici
31 Mag 2013Prendiamo appuntamenti per incontri naturopatici, per contattarci cliccate qui
La naturopatìa è una disciplina salutistica riconosciuta dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che agisce favorendo la capacità innata dell’organismo di star bene, armonizzando naturalmente le funzioni corporee e normalizzando gli equilibri alterati da abitudini di vita scorrette, errata alimentazione, inquinamento, stress e ritmi frenetici a cui più o meno tutti siamo costretti.
Più precisamente la naturopatia è una multidisciplina, dal momento che si fonda su un’integrazione di molteplici metodologie e tecniche naturali e non invasive per il mantenimento e la promozione della salute e del benessere individuale. Il principio di base della naturopatia è molto semplice: il corpo ha il potere di curarsi da sé, se solo gliene diamo la possibilità. Il lavoro del naturopata è quindi quello di aiutare l’organismo a mantenere questo potere e a stimolarlo quando è necessario.
Il termine “Naturopatia” deriva dall’inglese Nature’s path (“sentiero naturale”, ovvero la strada della Natura per conservare o ripristinare lo stato di benessere), ma racchiude anche un’altra interpretazione (“sentire secondo natura”, “vivere in armonia con la Natura”, dal latino natura e dal greco pathos).
APPROCCIO NATUROPATICO
La naturopatia si avvicina al malessere, al disagio e alla sofferenza con modalità diverse rispetto alla medicina, adottando un’ottica naturale e autenticamente olistica nella quale corpo, mente, emozioni e contesto ambientale rappresentano elementi strettamente interdipendenti. Utilizza infatti un approccio globale alla salute, per cui ogni individuo viene visto nella sua totalità, a prescindere dai singoli disturbi, e unicità, sulla base delle specifiche caratteristiche costituzionali e di stile di vita.
La naturopatia non procede secondo logiche di diagnosi e terapia – tipiche ed esclusive della medicina -, ma si prefigge il compito di riequilibrare il sistema psico-fisico-emozionale e di stimolare in maniera dolce e non invasiva le capacità di autodifesa, autoregolazione e autoguarigione insite in ognuno di noi, coadiuvando i meccanismi fisiologici legati alle naturali risorse dell’uomo.
L’assunto su cui la naturopatia si basa è che l’essere vivente possiede sin dalla nascita un determinato quantitativo di energia vitale, che governa ogni processo biochimico seguendo un modello di “intelligenza biologica” (la cosiddetta vis medicatrix Naturae, il potere risanatore della Natura): è appunto la quantità di energia vitale di ogni persona – che muta nel tempo e a seconda di determinate variabili, come lo stile di vita, l’alimentazione, ecc. – a determinare la salute o la malattia. La naturopatia valuta questa “capacità” vitale e aiuta il soggetto a conservarla o a ripristinarla in caso di squilibri e disfunzioni, utilizzando, in maniera integrata, differenti discipline e tecniche naturali. La naturopatia, pertanto, pur non avendo come obiettivo la cura delle patologie, può risultare indirettamente terapeutica, poiché, mediante interventi di riequilibrio del terreno del soggetto e di stimolazione della vis medicatrix, può favorire processi di guarigione.
PRINCIPI FONDAMENTALI
La naturopatia opera secondo i seguenti presupposti metodologici. Asseconda la capacità di autoregolazione spontanea dell’organismo (vis medicatrix Naturae), rimuovendo quanto possa ostacolarla e incrementando le risorse e le forze che albergano naturalmente nell’uomo. I naturopati attribuiscono grandissimo valore alle straordinarie potenzialità che ha il corpo di rigenerarsi e riequilibrarsi e valorizzano la sua capacità di reagire. In ogni persona, anche in chi non sta bene, c’è infatti un “nucleo” di salute. Se questo viene adeguatamente rafforzato, l’individuo può rapportarsi più efficacemente ai propri problemi e vivere in modo migliore. La risposta alla domanda che viene tipicamente rivolta ai naturopati: “Ma la naturopatia è per il sano o per il malato ” è che questa distinzione ha poco significato. La naturopatia si rivolge all’individuo sano, nonché alla parte sana dell’individuo malato.
Identifica e tratta le cause ultime all’origine del disagio o della malattia (tolle causam), con una valutazione del terreno e dello stile di vita della persona. La naturopatia ritiene che ogni malattia abbia radici profonde, che vanno ricercate al di là del germe o della causa fisica: nelle caratteristiche costituzionali, nell’ambiente, nell’alimentazione, nelle abitudini. Per star bene è quindi necessario scoprire il fattore che ha permesso lo sviluppo della malattia e agire su di esso. Utilizza metodi e rimedi naturali che riducono al minimo il rischio di effetti collaterali (primum non nocere). Considera la persona più importante della sua malattia. L’attenzione è quindi rivolta all’individuo in tutte le sue dimensioni, fisiche, emotive, mentali e sociali e non solo al suo disturbo (approccio olistico). Per la naturopatia, il corpo è un solo organo e la vita una sola funzione. Affinché la salute si mantenga, non ci può essere divisione tra le diverse componenti: se una parte non funziona o funziona male, gli effetti si ripercuoteranno sulle altre. La naturopatia è quindi una vera e propria “ecologia del corpo”, che studia e corregge le interrelazioni tra organi, emozioni, pensieri, sentimenti, relazioni sociali e rapporti con l’ambiente. Anche in ciò la naturopatia si distingue dalla medicina, che nel tempo si è specializzata così tanto da arrivare a scomporre la persona in una serie di organi e apparati, perdendo quella visione globale e unitaria dell’uomo che per i naturopati è tanto importante.
Punta all’attuazione di una “pedagogia della salute”, educando la persona a stili di vita salubri e incoraggiandone la responsabilizzazione. La naturopatia ritiene infatti che ciascuno di noi debba svolgere un ruolo attivo nella salvaguardia del proprio benessere. Pone l’accento sulla prevenzione, scegliendo di promuovere la salute, piuttosto che combattere la malattia. E si tratta di una prevenzione legata alle specifiche caratteristiche individuali di quella determinata persona, con quel dato stile di vita, in quel determinato contesto sociale.
Tecniche e strumenti della Naturopatia
Con alcune differenze da paese a paese, il patrimonio culturale sia teorico che pratico della naturopatia europea ed extraeuropea contempla numerose tecniche, metodiche e discipline di tipo valutativo-analitico, nutrizionale, bioenergetico, riflessologico, manuale, motivazionale, di rilassamento e di miglioramento dello stile di vita.
Le principali sono:
- analisi biotipologiche, morfopsicologiche e bioelettroniche (EAV, Vegatest, Mora ecc.)
- iridologia
- alimentazione naturale ed eumetabolica
- fitocomplementi (piante, gemmoderivati, oli essenziali e altri prodotti vegetali)
- integratori alimentari e nutrizione ortomolecolare (minerali, vitamine, amminoacidi, nutraceutici, ecc.)
- oligoelementi
- fiori di Bach e altre essenze floreali
- bioenergetica orientale e occidentale
- kinesiologia applicata
- metodiche corporee, manuali e riflessologiche
- tecniche di rilassamento e respirazione
- igienismo
- reiki
- craniosacrale
- counseling
Questo lungo elenco non deve tuttavia distogliere l’attenzione dal fatto che la naturopatia è una filosofia piuttosto che un insieme di tecniche: la filosofia dello star bene secondo Natura.
Salute e malattia: la visione naturopatica
Già nel 1948 l’OMS ha dichiarato che la salute è qualcosa di più dell’assenza di malattia: è uno stato di completo benessere fisico, mentale e ambientale/sociale. Ciò è particolarmente vero per la naturopatia, ben più interessata alla persona che alla malattia. Il fulcro della naturopatia è infatti la salutogenesi e non la patogenesi: fondamentale è favorire la salute, piuttosto che contrastare la malattia (campo precipuo della medicina). Secondo questo orientamento, l’attenzione si sposta dalla cura delle patologie alla ricerca delle ragioni della salute, le modalità con cui essa si crea e come può essere rafforzata.L’ottica della promozione della salute è per la naturopatia quella mediante cui le persone imparano a farsi carico del proprio benessere. E’ una prospettiva in cui, per star bene, sono determinanti il comportamento, le abitudini personali e lo stile di vita dell’individuo, che diventa l’artefice della propria salute e non mero soggetto passivo.La naturopatia, nello scegliere di parlare di promozione della salute piuttosto che di prevenzione delle malattie, sottolinea inoltre che la salute è lo stato normale in cui vive e può vivere l’uomo e rifugge dall’affermare che egli è comunque predestinato prima o poi ad ammalarsi, come sembra tacitamente suggerire il concetto di prevenzione.Dal punto di vista naturopatico, non patogenetico, non è quindi tanto importante conoscere il nome del virus che ci provoca quel fastidioso raffreddore o quale farmaco dobbiamo impiegare per curarlo. Assume invece la massima rilevanza scoprire perché il raffreddore abbia colpito proprio noi e non invece le persone che ci vivono vicino, esposte come noi alla stessa infezione.
(tratto da www.eurosalus.com)
L’ATTIVITA’ DI COUNSELING
Il termine counseling (o counselling) indica un’attività finalizzata a «consentire ad un individuo una visione realistica di sé e dell’ambiente sociale in cui si trova ad operare, in modo da poter meglio affrontare le scelte relative alla professione, al matrimonio, alla gestione dei rapporti interpersonali, con la riduzione al minimo della conflittualità dovuta a fattori soggettivi» «Un’attività di competenza relazionale che utilizza mezzi comunicazionali per agevolare l’autoconoscenza di se stessi attraverso la consapevolezza e lo sviluppo ottimale delle risorse personali per migliorare il proprio stile di vita in maniera più soddisfacente e creativo» che tende a orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità del cliente promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scelta. Si occupa di problemi non specifici (prendere decisioni, miglioramento delle relazioni interpersonali) e contestualmente circoscritti (famiglia, lavoro, scuola).
Se una persona si trova in difficoltà, il miglior modo di venirle in aiuto non è dirle cosa fare, quanto piuttosto aiutarla a comprendere la sua situazione e a gestire il problema assumendo da sola e pienamente le responsabilità delle scelte eventuali. Carl R. Rogers
L’attivita di Counseling è svolta da un counselor: persona professionalmente in grado di aiutare un interlocutore in problematiche personali, private e talvolta emotivamente significative. In base al bagaglio di competenze possedute il counseling è nell’attività di diverse figure professionali quali psicologi, medici, assistenti e operatori sociali.
Secondo Rollo May il counselor ha il compito di «favorire lo sviluppo e l’utilizzazione delle potenzialità del cliente, aiutandolo a superare eventuali problemi di personalità che gli impediscono di esprimersi pienamente e liberamente nel mondo esterno […] il superamento del problema, la vera trasformazione, comunque, spetta solamente al cliente: il counselor può solo guidarlo, con empatia e rispetto, a ritrovare la libertà di essere se stesso».
L’ANALISI BIOENERGETICA di Alexander Lowen
L’analisi bioenergetica rappresenta un’estensione ed una sistematizzazione dei concetti psicosomatici sviluppati da Wilhelm Rech. La tesi fondamentale su cui si basa la terapia rechiana è quella dell’identità funzionale tra corazza muscolare e corazza comportamentale ovvero tra l’atteggiamento fisico di una persona e la struttura del suo io. Questo concetto di unità fisica e psicologica permette al terapeuta di diagnosticare i disturbi della personalità in base all’espressione e alla mobilità del corpo. Tale approccio alla personalità attraverso il corpo non è una novità. Ciascuno vede gli altri come corpo, cioè ha un’immagine dell’altro in cui la forma del corpo, il movimento e la gestualità veicolano informazioni significative sull’altro. Reich, comunque, fu il primo ad integrare tali informazioni in una procedura analitica.
Un secondo concetto base in Reich correla l’inibizione della reattività emozionale alla contrazione della respirazione. Fin dal 1955 Reich osservò che la resistenza al processo analitico si manifesta fisicamente sotto forma di un blocco inconscio della respirazione. Quando il paziente veniva incoraggiato a respirare profondamente, le sue resistenze si dissolvevano trasformandosi in flusso dei materiali repressi con la relativa sequela di effetti e sensazioni. Questa osservazione indusse Reich alla conclusione che la capacità di risposta emozionale dipende dalla funzione respiratoria. Limitando la propria assunzione di ossigeno una persona smorza i processi metabolici del suo corpo ed in pratica deprime il proprio livello energetico. Arginando la combustione metabolica raffredda le passioni del corpo. I bambini sembrano sapere che trattenere il respiro elimina le sensazioni dolorose e sopprime gli impulsi di paura. A parte gli effetti sul metabolismo, limitare la respirazione riduce anche la naturale mobilità del corpo. Il movimento respiratorio fluttua come un’onda attraverso il corpo, muovendo verso l’alto con l’inspirazione e verso il basso con l’espirazione. Questi movimenti che costituiscono la matrice dell’espressione emozionale sono bloccati da tensioni muscolari croniche principalmente a livello di gola, torace, addome e diaframma. Le tensioni a livello della gola sono il risultato dell’inibizione dell’espressione vocale. Esse costituiscono un’inconscia repressione degli impulsi a piangere, urlare ed “alzare la voce”. Tensioni croniche della parete toracica sono strettamente associate a spasticità muscolare del cingolo scapolare (che trattiene la capacità di protendersi con le braccia) La rigidità toracica sopprime la sensazione dì un forte desiderio d’amore che potrebbe trovare espressione nel protendersi o nel pianto. Questi sentimenti sono soppressi perché ripetute delusioni durante la fanciullezza li hanno resi troppo dolorosi.
Tensioni muscolari o spasticità in qualsiasi parte del corpo influiscono sulla respirazione perché la respirazione è un’attività totale del corpo. Tanto una mascella rigida che una tensione a livello delle natiche riducono i movimenti correlati alla respirazione e limitano l’ampiezza dell’inspirazione. In senso lato si può dire che, se tali tensioni sono predominanti nei muscoli superficiali del corpo, il risultato è una globale rigidità tanto a livello fisico che a livello psicologico. Quando le principali tensioni muscolari coinvolgono i muscoli piccoli e profondi che circondano le articolazioni, ne derivano flaccidità e frammentazione. Ciò produce una mancanza dì integrità sia a livello fisico che a livello psicologico. La terapia bioenergetica mira a sciogliere le tensioni muscolari croniche del corpo ed a ristabilire quindi la naturale mobilità ed espressività dell’organismo.
La persona che vive in contatto con il proprio corpo non diventa depressa. Sa che il piacere e la gioia dipendono da buone sensazioni fisiche ed è sufficientemente in contatto col proprio corpo perché gli sia possibile constatare la loro assenza e prendere misure adeguate a riconquistarle. E’ consapevole delle proprie tensioni corporee e sa che per tutto il tempo in cui persisteranno, esse condizioneranno e determineranno la risposta emozionale. Essere in contatto col proprio corpo significa essere in contatto con la realtà del proprio modo di esistere. Una persona in contatto col proprio corpo non si fa illusioni su se stessa e sulla vita. Essa accetta le proprie sensazioni come espressione della propria personalità e non ha difficoltà ad esprimerle. Quando una persona può tornare al proprio modo d’essere la tendenza depressiva è eliminata. Essa può essere contrariata e sentirsi triste per l’andamento della propria vita ma non crollerà in uno stato depressivo. Essere in contatto col proprio corpo è un principio guida dell’analisi bioenergetica. Più una persona è emozionalmente disturbata, più è lontana dal contatto con il proprio corpo. Il fine dell’analisi bioenergetica è quello di riportare il paziente in contatto con le relazioni fondamentali della propria esistenza: quella con l’ambiente in cui vive e quella col terreno su cui si regge. La qualità del contatto tra i piedi ed il terreno determina il buon “radicamento” individuale, cioè se i suoi piedi sono ben piantati o se “cammina tra le nuvole”, se si regge sulle proprie gambe o se è dipendente dal supporto degli altri. La maggior parte dei pazienti diventano consapevoli di non sentire un pieno contatto dei piedi col terreno. Alcuni dicono perfino di reggersi sulle proprie ginocchia. Non sapere come stiamo in piedi equivale a non sapere come ci gestiamo nella vita quotidiana. Lo scarso contatto con il suolo è determinato da tensioni muscolari croniche a livello di piedi, gambe, cintura pelvica e resto del corpo. Un piede piccolo e fortemente arcuato indica un rifiuto del contatto col suolo. Piedi piatti ed un arco collassato stanno ad indicare un’incapacità di muoversi sul terreno o via dal terreno. Oltre a queste aree di tensione si incontrano spesso tensioni croniche nei muscoli delle gambe, cosce, caviglie, muscoli adduttori…
Ciascuna di tali tensioni croniche riflette una limitazione del movimento e, per estensione, rappresenta una limitazione dell’espressione del sé. Ciascuno possiede una storia personale che deve essere portata alla luce a livello psicologico se si vuole liberare la tensione. Il terreno è sempre interpretato come il simbolo della madre. L’equivalenza tra la madre terra e la madre biologica è un concetto base dell’analisi bioenergetica. Il modo in cui una persona sta in piedi ci fornisce molte informazioni riguardo ai suoi rapporti con la madre. L’insicurezza insita in tale rapporto si tramuta in insicurezza a reggersi sulle proprie gambe ed è l’insicurezza fondamentale riguardo al problema di affrontare la vita. L’altro rapporto fondamentale è quello con l’aria, e la qualità di tale rapporto si evidenzia nella respirazione. L’aria o la respirazione sono l’equivalente dello spirito, il pneuma delle antiche religioni, simbolo del potere divino che dimora in Dio (padre), la figura paterna. La respirazione è un gesto aggressivo di cui l’inspirazione è la parte attiva. Il corpo risucchia l’aria. Il modo in cui respiriamo esprime le nostre sensazioni sul diritto di prendere ciò che ci serve nella vita. Respirando ci identifichiamo con il principio maschile, il principio attivo, o aggressivo della vita. Tale concetto dimostra l’ampia base su cui si fonda l’analisi bioenergetica. Su tale base è possibile in molti casi analizzare il rapporto di una persona col padre.
Vi sono molti tipi di disturbi respiratori correlati con la personalità. Due sono abbastanza importanti. Nel paziente schizoide e schizofrenico, per esempio, si scopre facilmente che il torace è depresso in posizione espiratoria. La respirazione è così ridotta che i muscoli del torace, il diaframma ed il torace sembrano parzialmente paralizzati. Infatti in tali pazienti si presenta una paralisi parziale di tutte le funzioni automatiche ed involontarie del corpo. Questa paralisi è correlata ad uno stato di terrore prevalentemente inconscio nel paziente schizoide, ma emergente nella sfera della consapevolezza nel soggetto schizofrenico. Ho descritto tali aspetti del funzionamento schizoide nel mio libro Il tradimento del corpo. Nel nevrotico, d’altra parte, si scopre che il torace è trattenuto in posizione inspiratoria. Assistiamo ad una sovrainspirazione, ed il paziente ha difficoltà ad espirare fino in fondo. Egli trattiene l’aria per misura di sicurezza. Egli ‘trattiene in sé’ laddove lo schizoide semplicemente blocca. In entrambi i casi lavorare con la respirazione conduce ben presto alla scoperta dell’ansietà profonda ed accelera l’elaborazione psicologica di tale ansietà.
IL TAI CHI CHUAN
Il Tai Chi Chuan è un’arte, come lo sono la musica o la danza. E’ un’arte marziale di autodifesa, raffinata ed efficace ed è molto di più di una ginnastica dolce, come spesso viene rappresentata. Questa antichissima arte marziale cinese, che deriva dal Kung Fu, é una perfetta sintesi tra meditazione e movimento. E’ un insieme di movimenti molto lenti e continui, che simili ad una danza armoniosa e potente allo stesso tempo, prende il nome di forma. Dette forme, unitamente al controllo e alla modulazione della respirazione addominale, permettono il giusto equilibrio tra il corpo e la mente ed il raggiungimento del benessere fisico e psichico, in quanto consentono che la forza interiore, chiamata “Chi”, circoli liberamente e senza impedimenti per tutto il corpo. Secondo la medicina cinese il corpo umano ha dodici canali ed otto punti principali in cui scorre il Chi. I 12 canali sono come fiumi che distribuiscono il Chi attraverso il corpo ed uniscono le estremità con gli organi interni. Gli otto nodi principali si possono paragonare a piccoli laghi che fanno da riserva e regolano la distribuzione e la circolazione del Chi nel nostro corpo. Quando si ha uno squilibrio o una interruzione nella circolazione di questa energia allora si ha la comparsa di una malattia. Il fluire degli eventi é controllato dall’interscambio di due forze opposte, Yin e Yang. Yin é la forza passiva e Yang quella attiva. Il Tai Chi Chuan si basa sul passare da uno stato di Yin ad uno di Yang, o viceversa. Nella forma completa i due tipi di movimento si alternano, con i due elementi sempre presenti. L’esercizio dei movimenti può sembrare ripetitivo ma non é mai noioso, diventa tanto più interessante e vario, quanto più si progredisce nei livelli e nella pratica.
I benefici del Tai Chi Chuan
L’esercizio quotidiano del Tai Chi Chuan, grazie ai suoi movimenti flessuosi e circolari, agisce beneficamente sul corpo e sullo spirito.
• Legamenti articolari e muscoli
Restituisce l’elasticità ai muscoli e ai legamenti articolari persa con l’età o la vita sedentaria. Rende più forte la muscolatura, specie quella delle gambe, aumentando l’equilibrio e la stabilità del corpo e riducendo la possibilità di cadute.
• Sistema digestivo
Gli organi dell’apparato digerente sono stimolati a lavorare meglio grazie al sistema di respirazione addominale.
• Circolazione sanguigna
La respirazione lenta, profonda e controllata, permette una maggior assunzione di ossigeno in tutto il corpo.
• Sistema nervoso
Lo stress e la tensione diminuiscono poiché aumenta l’attenzione verso l’esterno, la coordinazione dei movimenti, il controllo emotivo.
• Sistema immunitario
Lo stato di benessere psico-fisico riduce la possibilità dell’insorgere delle malattie
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